Quello dell’uroflussimetria è uno degli esami più comuni in urologia e consiste nell’urinare entro un apposito strumento chiamato uro flussometro. Un’ecografia successiva consente di stabilire poi l’eventuale presenza di residui post minzionali.
La vescica dell’uomo è un organo dotato di una eccellente capacità elastica, arrivando a poter contenere una quantità di urina sino a tre volte superiore rispetto alla sua capienza abituale. Questa si attesta in genere, per un maschio adulto, tra i 350 ed i 450ml, soglia da cui si avverte lo stimolo ad urinare, ma in casi particolari può arrivare sino a contenere oltre un litro/ un litro e mezzo di urina.
Lo stato di salute dell’apparato urinario però non dipende tanto dalla sua capacità di ritenzione, quanto dal gettito del flusso urinario; osservando e misurando tale gettito si possono infatti riscontrare se vi sono ostruzioni nelle vie urinarie e se si riscontra un residuo di urina nella vescica dopo il suo svuotamento.
L’esame utilizzato per la valutazione di questi parametri è quello definito dall’uroflussimetria e tiene conto della velocità, espressa in millilitri al secondo, del flusso della minzione.
Parametri di riferimento dell’esame uroflussometrico
La velocità del gettito della minzione cambia con l’età, aumentando progressivamente sino ai 45 anni (21 millimetri al secondo per i maschi, 18ml/sec per le donne), dopodiché, per i soli maschi i valori medi tendono nuovamente a scendere mentre quelli per le donne restano stabili.
Dopo i 66 anni il valore flusso metrico di riferimento per le donne è ancora attestato a 18ml/sec, mentre per i maschi si è ridotto sino a 9ml/sec.
L’uroflussimetria consente di tracciare graficamente la progressione della velocità di minzione momento per momento, dando così modo di poter osservare le differenze tra la spinta iniziale e quelle conclusiva, da cui l’urologo trae importanti considerazioni sullo stato delle vie urinarie.
Se la velocità di minzione è superiore ai 15 ml/sec l’ostruzione delle vie urinarie appare del tutto assente, mentre deve considerarsi dubbia se il valore scende sotto i 10 millilitri al secondo.
Come prepararsi all’esame dell’uroflussimetria
Per raccogliere dati significativi per l’uroflussimetria occorre che la minzione sia la più naturale possibile, ovvero senza forzare la ritenzione della vescica o senza bere in eccesso nel tentativo di riempirla velocemente. Basterà urinare per l’ultima volta un’ora o un’ora e mezza prima dell’esame, e bere in questo lasso di tempo l’equivalente di 4 bicchieri d’acqua.
Non vi sono altre particolari indicazioni e una volta eseguito l’esame non occorre alcuna precauzione per tornare alle normali attività quotidiane. Occorre ricordare che non è un esame delle urine e pertanto non bisogna presentarsi digiuni o evitare particolari cibi.
Al termine dell’uriflussimetria l’urologo in genere dispone sul paziente un esame ecografico per valutare l’eventuale presenza di un residuo minzionale all’interno della vescica o dei condotti urinari; in questo modo si potrà tracciare un quadro clinico completo e provvedere così ad una corretta prognosi.
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