Nell’arco della vita maschile si può presentare una patologia nota come ipogonadismo: in altre parole si tratta di un’alterazione, in negativo, della fisiologica quantità di testosterone prodotta naturalmente dai testicoli, associata spesso anche ad un deficit della produzione di sperma. Prima di scoprire come riconoscere l’ipogonadismo, vediamo insieme quali sono le principali tipologie di questo disturbo.
Si parla di ipogonadismo primario quando il problema è legato al testicolo, cioè l’organo che produce direttamente il testosterone; si parla di ipogonadismo secondario (o centrale) quando i testicoli sono sani e il problema è legato all’ipotalamo o all’ipofisi, cioè l’organo e la ghiandola, situati rispettivamente nell’encefalo e alla base del cranio, che regolano e “governano” la produzione di testosterone che avviene nei testicoli.
I sintomi dell’ipogonadismo in età adulta
Si può fare un distinguo in base alle fasce d’età, fetale, puberale e adulta; in particolare un maschio adulto dovrà fare attenzione se nota:
- una disfunzione erettile, non riesce quindi a iniziare o terminare un atto sessuale perchè non raggiunge o non mantiene un’erezione sufficiente;
- una calo della libido, cioè un’assenza o una riduzione del desiderio sessuale;
- la mancanza di erezioni spontanee (al risveglio oppure nel corso della notte);
- infertilità;
- una perdita o riduzione di barba e, in generale, peli corporei;
- una perdita o riduzione della muscolatura;
- sospetta presenza di ginecomastia;
- frequenti sbalzi d’umore, difficoltà di concentrazione, affaticamento ingiustificato, vampate di calore.
Come si cura l’ipogonadismo?
Dopo aver visto come riconoscere l’ipogonadismo in base ai principali sintomi (chiaramente la diagnosi definitiva deve essere fatta dal medico specialista), passiamo ora al trattamento di questa patologia.
Inizialmente è stato fatto il distinguo tra ipogonadismo primario e secondario: questa differenziazione è fondamentale per poter intraprendere la corretta terapia. Se il disturbo è primario, solitamente viene effettuata una terapia sostitutiva a base di testosterone, quindi tramite la somministrazione di farmaci.
Se il disturbo invece è di tipo secondario, fermo restando che la terapia sostitutiva può essere comunque utile, la terapia principale è volta alla cura del disturbo legato all’ipofisi/ipotalamo.
Anche per l’ipogonadismo, la prevenzione è la strada migliore: effettuare controlli andrologici, partendo da circa 13 – 14 anni, se si notano ritardi dello sviluppo e poi ripeterli periodicamente nel corso degli anni può davvero aiutare a ridurre l’incidenza del disturbo sulla propria qualità di vita.
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