Negli ultimi dieci anni la chirurgia robotica si è sempre più diffusa per gli interventi in urologia, posizionando l’Italia al vertice tra i Paesi europei.
Con oltre 100 robot da Vinci installati sul territorio nazionale, l’Italia si posiziona tra i primi posti nella chirurgia robotica e prima assoluta per gli interventi in urologia eseguiti, con una peculiare specializzazione nella prostatectomia radicale.
Il cancro alla prostata coinvolge ogni anno oltre 36 mila nuovi pazienti, con 7 mila decessi. L’Italia ha immediatamente focalizzato su questa patologia l’utilizzo del robot da Vinci, con eccellenze nel campo urologico per qualità e quantità degli interventi effettuati.
Sono infatti oltre 12 mila gli interventi eseguiti ogni anno in Italia con la chirurgia robotica da Vinci, su un totale di 18 mila interventi, migliorando notevolmente gli esiti e la convalescenza dei pazienti.
Maggiore precisione e riduzione dei tempi di recupero
I vantaggi della chirurgia robotica si misurano in una maggiore precisione data dal braccio robotico durante le operazioni. Questo è costantemente guidato e manovrato dal chirurgo che segue il lavoro da uno schermo dove, con un ingrandimento fino a 10 volte maggiore dell’occhio, vengono compiute operazioni ad alta precisione, senza intaccare, come nei i casi di prostatectomia radicale, i nervi per l’erezione.
Il braccio robotico da Vinci, che prende il nome dal celebre inventore rinascimentale, consente una rotazione sino a 540°, eliminando qualsiasi tremolio della mano del chirurgo.
La chirurgia robotica con sistema da Vinci richiede una specifica formazione da parte del chirurgo (occorrono tra le 30 e le 40 sedute di formazione) ed un costo elevato: circa 3 milioni di euro.
Tuttavia i vantaggi ed i benefici per i pazienti sono enormi e la chirurgia robotica urologica sta crescendo in maniera esponenziale, con un +16% di interventi eseguiti tra il 2016 ed il 2017, scrivendo il futuro della robotica in medicina e nell’urologia.
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