Oggi anno sono circa 35 mila i nuovi casi di carcinoma alla prostata riscontrati tra gli uomini; nonostante questo, il tumore alla prostata continua a registrare una mortalità sempre minore, grazie soprattutto alla prevenzione, di cui la biopsia prostatica ne costituisce il principale esame.
La biopsia prostatica è un esame diagnostico che consente, mediante il prelievo di tessuti prostatici, l’osservazione degli stessi l microscopio in modo da controllare l’eventuale presenza di un carcinoma.
Si tratta di un esame invasivo, consistente nell’individuazione di più punti di prelievo (sino a 24 punti differenti) e pertanto viene prescritta per i casi che dimostrano una sintomatologia già fortemente dubbia.
Quando effettuarla?
Non esistono indicazioni generali per la prescrizione della biopsia prostatica, ma occorre che l’urologo esamini attentamente caso per caso per decidere la necessità di ricorrere a questo esame.
Nonostante i disturbi riscontrati dal paziente possano già offrire una forte indicazione, il medico deve tener conto di molti fattori correlati nella prescrizione di una biopsia prostatica, non ultimo l’età del paziente.
Il tumore alla prostata infatti non si presenta quasi mai, tranne rare eccezioni, prima dei 45 – 50 anni, e spesso il suo sviluppo è molto lento.
Occorre però individuare i casi dove lo sviluppo del carcinoma è rapido e tende a coinvolgere anche altri tessuti; qui la prevenzione gioca un ruolo determinante e la biopsia prostatica consente di stabilire qualità e quantità della degenerazione cellulare in atto.
Le nuove frontiere della biopsia prostatica
La biopsia prostatica in 3D non differisce da quella effettuata in risonanza magnetica per tipologia di esame o per invasività, ma consente di avere un quadro dettagliato maggiore sullo stato dei tessuti della prostata.
La tridimensionalità infatti consente al medico di esaminare l’intera regione, osservano e distinguendo con maggiore precisione le zone interessate da carcinoma da quelle sane.
L’individuazione delle zone in cui effettuare il prelievo eseguite con la risonanza magnetica non sempre assicurano una netta differenza tra tessuti sani e corrotti; la risposta alla frequenza, su alcuni tessuti, risulta la stessa e questo determina la necessità di intervenire su più punti, effettuando una mappatura della zona interessata.
Con la biopsia prostatica in 3D questo processo iniziale dell’esame diagnostico sta mostrando una maggiore precisione ed una maggiore efficacia nelle diagnosi preventive del cancro.
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